sabato 8 dicembre 2012

Un tempo di gioco

il peggiore di tutti era senza dubbio piccininni. piccininni è stanco, old, marketing oriented, impiegato del microfono. non cattivo, per carità, un bravo ragazzo. ma ha vissuto il periodo calciopoliano e per colpe non sue gli sono rimaste appiccicate certe esuberanze di maniera, certe compiacenze verso un potere che una volta era chiaro ed evidente e oggi è più nascosto. il risultato è che le sue telecronache sono esagerate, enfatiche e fuori posto. ma questo magari lo sa anche lui e finisce lì. quello che proprio non va giù sono le telecronache dei nuovi. pardolo per esempio. pomposo, verboso, allineato, ruffianeggiante, neologizzante per forza. fa parte della schiera dei carezziani scai. transfughi alla ricerca di pubblico da conquistare con milioni di parole per uno sport che di parole non ne vuole proprio, pardolo non dice "numero!" quando uno fa una scoreggia in mezzo al campo, ma dice che l'azione non si è concretizzata perché uno ha "perso un tempo di gioco". espressione sacchiana e milanista, pro gallianica a tutto tondo e fondamentalmente vuota. anzi sbagliata. anzi antistorica. anzi che ti fa incazzare. prendi cruiff, prendi giorcaeff, prenti lothar, prendi zidan, prendi francescoli, prendi vanmisteroi, prendi pirlo. loro il tempo di gioco lo perdono apposta. e sono in pochi al mondo che sanno perdere un tempo di gioco. secondo pardolo e i nuovi commentatori quello è un difetto. no è un segno distintivo. ghermuller perdeva un tempo di gioco, gigiriva, boninsegna, altobelli, pulici, dinatale, baggio, beppesignori, perdevano un tempo di gioco. non rosina o gabbianelli. e non i nuovi telecronici così "choosy" e poco preparati.
zamoranoperdeuntempodigioco

Nessun commento:

Posta un commento